Conservativa

Odontoiatria restaurativa o conservativa

( secondo le raccomandazioni cliniche del ministero della salute marzo '14 )

L'odontoiatria restaurativa (o conservativa) è la branca dell'odontostomatologia che si occupa della prevenzione e della terapia delle lesioni, sia congenite che acquisite, dei tessuti duri dei denti.

Ha come obiettivi:
  • l'eliminazione dei fattori causali della malattia;
  • la motivazione del paziente ad un ottimale controllo della placca batterica ed a seguire una corretta alimentazione;
  • l'intercettazione ed arresto, se possibile, delle lesioni decalcificanti iniziali mediante terapie non invasive e di rimineralizzazione;
  • la prevenzione delle lesioni cariose mediante misure non invasive ( sigillatura dei solchi );
  • la terapia convenzionale delle lesioni dei tessuti duri per il mantenimento della vitalità pulpare e la prevenzione di futuri danni ai tessuti calcificati; la restituzione di forma e funzione dei singoli denti; l'integrazione estetica del restauro alla normale distanza di conversazione, se ciò è desiderato dal paziente e clinicamente attuabile.
L'odontoiatria restaurativa, non accompagnata da attente misure di prevenzione e profilassi, risolve solo temporaneamente i problemi del paziente; le lesioni cariose, infatti, torneranno probabilmente a manifestarsi. E' consigliabile, perciò, che le procedure restaurative siano accompagnate e seguite da misure di profilassi individuale.

Il trattamento restaurativo deve essere inserito in tempi corretti nell'ambito di un piano di lavoro che individui e colleghi tra loro i problemi del paziente: non deve essere unicamente focalizzato alla terapia delle lesioni cariose e deve prevedere:

  1. la determinazione delle aspettative del paziente e la sua disponibilità ad affrontare le cure odontoiatriche.
  2. La diagnosi di tutte le lesioni cariose presenti e la determinazione, se possibile, del loro grado di attività.
    Una diagnosi corretta non può prescindere da un accurato esame obiettivo, eventualmente accompagnato dall'esecuzione di rx bite-wing e, se indicato, dai test di sensibilità pulpare e dall'esecuzione di rx periapicali.
  3. La determinazione delle condizioni del parodonto superficiale e profondo in relazione alla terapia restaurativa.
  4. La determinazione della situazione occlusale. Patologie occlusali eventualmente presenti possono influenzare la scelta di tecniche e materiali da utilizzare.
  5. Il piano di trattamento. Il piano di trattamento deve essere spiegato al paziente così come eventuali percorsi terapeutici alternativi.

La carie dentale è una malattia che si può in larga parte prevenire.
Un buon programma preventivo comprende sedute di igiene orale, sedute periodiche di controllo, applicazione di fluoro sia professionale che domiciliare ( sciacqui, paste dentifricie, ecc.), istruzioni per il controllo domiciliare della placca e suggerimenti dietetici.

I pazienti con superfici radicolari scoperte ( recessioni gengivali, pazienti anziani...) sono maggiormente a rischio di carie della radice. Tali pazienti vanno motivati ad una igiene efficace ed alla auto-applicazione di fluoruri.

Un aumentato rischio di carie è, altresì, presente in pazienti che assumono particolari farmaci o il cui flusso salivare, per diverse ragioni, sia ridotto.

La carie dentale si può in larga parte prevenire; i programmi di prevenzione dovrebbero, quindi, precedere, accompagnare e seguire il trattamento conservativo.

Una corretta diagnosi di carie e la determinazione della sensibilità pulpare deve precedere ogni procedura terapeutica.

Eventuali problemi parodontali ed occlusali andrebbero valutati prima di intraprendere qualunque tipo di terapia conservativa.

Una volta terminato il percorso terapeutico conservativo, al paziente va consigliato un programma di mantenimento che preveda visite di controllo, sedute di igiene orale professionale con l'eventuale applicazione topica di floruri. La presenza incontrollata di placca batterica, ovviamente, aumenta il rischio di carie secondariaper qualunque restauro. La collaborazione del paziente è, quindi, discriminante positiva per il successo nel tempo della terapia conservativa.