La chirurgia orale è la branca dell'odontostomatologia che si occupa della diagnosi e relativo trattamento chirurgico delle patologie che possono coinvolgere i tessuti molli e duri della cavità orale e gli elementi dentari. Sono di competenza, altresì, anche quei trattamenti ritenuti necessari per motivi preventivi e di ordine estetico.
Le estrazioni devono essere limitate agli elementi dentari gravemente compromessi per carie, traumi, parodontopatie e cause endodontiche.
La conservazione dell'osso crestale è dirimente nella decisione di effettuare un'estrazione, anche in considerazione della possibilità della sostituzione implanto-protesica dell'elemento dentario estratto e dell'importanza crescente delle richieste estetiche orali dei pazienti.
Prima di ogni estrazione è necessaria un'attenta valutazione preoperatoria da eseguirsi con anamnesi, esame clinico, esami radiografici e, ove necessario, esami ematochimici.
Nel caso in cui il terzo molare sia sintomatico, le indicazioni cliniche all'estrazione sono rappresentate da pericoroniti, dente non recuperabile per carie, frattura, lesioni parodontali o endodontiche non trattabili, infezioni acute o croniche ( ascessi e celluliti), anomalia della forma e della grandezza del dente tali da provocare delle malfunzioni e malposizione che provoca disagio. In assenza di sintomatologia, le indicazioni alle estrazioni sono: prevenzione di un danno parodontale sul secondo molare, facilitare una terapia parodontale, facilitare una riabilitazione protesica, facilitare movimenti ortodontici, presenza di un dente che si trova in una rima di frattura ossea, dente che si trova coinvolto in una zona di escissione neoplastica, interferenza del dente con chirurgia ortognatica e/o ricostruttiva, rimozione preventiva e/o profilattica in pazienti con problematiche mediche maggiori oparticolari condizioni chirurgiche o trattamenti terapeutici, rifiuto consapevole del paziente di un trattamento non chirurgico, nei soggetti che praticano sport con elecvate probabilità di traumi (es. pugilato, sci, rugby, etc.), nei soggetti con meno di 25 anni di età per ridurre la probabilità di danno parodontale del secondo molare associate all'asportazione tardiva.
Importanti ed imprescindibili sono, inoltre, gli esami radiografici perché definiscono l'esatta posizione dell'elemento dentario ed i suoi rapporti di continuità con le strutture anatomiche adiacenti. L'esame radiografico di base è rappresentato dall'OPT; possono anche essere effettuate Rx endorali e, qualora fosse necessario avere informazioni più precise, la TC o la Rx tridimensionale a fascio conico.
Le indicazioni alla germectomia dei terzi molari sono quelle per l'asportazione dei terzi molari inclusi in giovanissima età.
Si definisce germectomia l'asportazione di un dente non completamente formato compreso il suo follicolo.
In presenza d'infezione acuta ad infiammazione è necessario evitare di iniziare un intervento di elezione.
La presenza di una formazione ascessuale impone un pronto trattamento medico e/o chirurgico.
L'ascesso è un processo infettivo acuto (o cronico) caratterizzato da una raccolta purulenta localizzata in una cavità neoformata. La forma acuta presenta una sintomatologia imponente con dolore intenso localizzato, che talvolta si irradia ad aree differenti. Tende a drenare attraverso i tessuti molli circostanti, cute o mucosa, creando un tramite fistoloso che si apre più frequentemente nel cavo orale, ma che può anche raggiungere la cute del viso e del collo dando origine poi, a guarigione avvenuta, a cicatrici talvolta deturpanti. Qualora la sola terapia medica non sia sufficiente, gli ascessi devono essere trattati chirurgicamente, così da favorire la fuoriuscita del materiale purulento e, quindi, la decompressione dell'area interessata, con conseguente eliminazione del dolore ed incremento della circolazione locale.
Il seno mascellare può contrarre rapporti di continuità con le radici di alcuni elementi dentari che per frequenza sono il primo molare, il terzo molare, il secondo molare, il secondo premolare, il primo premolare, il primo premolare e il canino.
In presenza di un elemento dentario incluso, privo di potenziale eruttivo o con difficoltà di eruzione spontanea per posizione sfavorevole della radice, il trattamento elettivo è quello di guidare l'elemento dentario in arcata, previa esposizione chirurgica.
In presenza di frenulo, vanno valutate le indicazioni all'intervento chirurgico che possono essere ortodontiche, parodontali, protesiche, ed estetiche.
E' definito frenulo una plica fibro-mucosa che collega le guance, le labbra o la lingua alla mucosa alveolare. Si distinguono due frenuli mediani (sup. e inf.), quattro vestibolari laterali localizzati al livello dei premolari (due superiori e due inferiori) e uno linguale.
I traumi dentari devono sempre essere considerati una condizione di emergenza ad essere trattati immediatamente al fine di alleviare il dolore, facilitare la riduzione dei denti dislocati, migliorare la protesi.
In alcuni pazienti, al fine di creare una corretta morfologia osteo-mucosa ed un adeguato supporto strutturale per il successivo posizionamento di una protesi mobile, è indicata la chirurgia prepotesica.
Il reperto di una lesione cistica nelle ossa mascellari impone un'attenta diagnosi e un'attenta valutazione in merito al tipo di trattamento chirurgico da seguire.
Le cisti dei mascellari sono neoformazioni prevalentemente endossee delle ossa mascellari e della mandibola, a contenuto prevalentemente fluido, costituite da una parete fibro-connettivale rivestita all'interno da un epitelio pluristratificato.
In presenza di neoformazioni del cavo orale, i fattori decisionali che possono influenzarne l'asportazione sono: il tipo di neoformazione (in relazione alle sue caratteristiche istolofiche ed epidemiologiche per quanto concerne la percentuale di recidiva dopo trattamento conservativo), la localizzazione, le dimensioni, il coinvolgimento di strutture adiacenti (per es. fasci vasculo-nervosi, seni mascellari, fosse nasali) ed il tipo di sviluppo (centrale vs periferico).
La presenza di calcoli salivari nei due terzi anteriori del dotto (davanti al primo molare inferiore nel caso della ghiandola sottomandibolare), in assenza di una grave compromissione del parenchima ghiandolare, prevede un approccio chirurgico di tipo conservativo. Invece, in presenza di compromissione parenchimale è necessaria l'exeresi transcutanea dell'intera ghiandola interessata.